REQUIEM

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di Giacomo Puccini

adattamento strumentale bandistico

arr. Carlo Pirola

 

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Descrizione

di Giacomo Puccini

adattamento strumentale bandistico

arr. Carlo Pirola

 

La frase latina introduttiva del “REQUIEM aeternam dona eis, Domine…” cioè “l’eterno riposo dona a loro, o Signore” sta ad indicare una preghiera d’invocazione per i defunti che fa riferimento alla ricorrenza del 29 novembre, il centenario della morte di Giacomo Puccini (1858/1924).

 In questa sua breve composizione musicale, datata 14 gennaio 1905, Puccini desiderava rendere omaggio a Giuseppe Verdi (scomparso il 27 gennaio 1901).

Il brano doveva avere un carattere celebrativo ed era stato originariamente composto da Puccini per questa formazione: tre voci corali di soprano, tenore, basso, con accompagnamento di armonium o organo e l’intervento solistico della viola.

L’autografo di questa composizione (di cui allego una parziale riproduzione) era depositato alla Casa di Riposo per Musicisti di Milano, voluta da Giuseppe Verdi. Le intenzioni di Puccini erano quelle di permettere delle esecuzioni in questa sede, con la partecipazione degli stessi Ospiti, sia cantanti che strumentisti, visto che avevano a disposizione un organo nella annessa sala dei concerti.

Il manoscritto è stato poi donato al Museo Teatrale alla Scala. Diversi artisti dell’orchestra della Scala hanno eseguito questo Requiem pucciniano anche presso la Casa di Riposo G. Verdi, a favore degli ospiti musicisti; inoltre si ricorda anche un’esecuzione nel ridotto del Teatro alla Scala, nel 1974, in occasione del cinquantenario della morte di Puccini. 

Il REQUIEM si presenta con una breve introduzione dell’organo, a seguire l’intervento delle voci corali accompagnate da particolari armonie, con vari dialoghi tra le parti.

 Questa strumentazione è stata pensata per i soli strumenti a fiato, con un appropriato accompagnamento delle percussioni. Quindi non è una trascrizione per un eventuale accompagnamento corale (ma si può adattare utilizzando le sole ance e i legni); volutamente è destinata al solo organico bandistico, a dimostrazione di una capacità rivolta alla musicalità espressiva di questa pagina pucciniana.

La parte della viola è stata sostituita con la dolcezza timbrica dell’oboe che in vari momenti si presta a intervenire e a dialogare con tutto il complesso bandistico.

 Quindi in questa strumentazione le parti corali sono affidate ai soli ottoni, che devono eseguire rispettando le varie dinamiche indicate, con una sonorità intima e riflessiva per sottolineare il carattere mesto della preghiera. In partitura viene riportato il testo in latino del Requiem nelle sole voci degli ottoni, per facilitare una ricerca interpretativa da parte di una direzione rispettosa ed efficace.

Le sezioni strumentali concorrono ad accompagnare le voci corali degli ottoni, con il giusto equilibrio e nel rispetto delle varie indicazioni agogiche, quindi senza appesantimenti ed esagerazioni sonore, con la realizzazione di crescendi e diminuendi ben calibrati. Non mancano gli interventi cantabili ed espressivi della melodia discendente, sia all’inizio che verso la fine, affidata alle sole ance che diventano protagoniste nel finale, con il motivo del ”lux perpetua” e la ribattitura del “requiescant in pace”. 

Segue l’AMEN con il pianissimo degli ottoni seguito dal più che pianissimo accordo conclusivo.

 Il REQUIEM di Puccini vuole dunque essere una particolare proposta musicale, di facile esecuzione, destinata al solo organico bandistico, un brano significativo nel centenario della scomparsa di Puccini.

E’ un doveroso omaggio nel ricordo della sua produzione musicale, soprattutto quella operistica, accolta con favore e più volte trascritta ed eseguita dai nostri complessi strumentali bandistici, per la diffusione e il piacere degli appassionati ascoltatori.

 

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