L’EUPHONIUM E LA SUA TRADIZIONE SOLISTICA ITALIANA. LE ORIGINI DELLA BANDA MUSICALE.

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di Vincenzo Fusaro

Descrizione

di Vincenzo Fusaro

 

PREFAZIONE

Il lavoro di ricerca nella stesura di quest’opera è nato, quasi per caso, dall’interesse e curiosità nel
suonare uno strumento a pistoni, quale l’Euphonium. Dopo il diploma e la laurea di secondo
livello in trombone, presso il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria, conseguito con il M° Giancarlo
Parodi, ho voluto intraprendere lo studio dell’Euphonium, strumento totalmente diverso dal
trombone, non solo per la sua meccanica, cioè i pistoni.
Molti trombonisti si accingono a suonare questo strumento come se fosse un ripiego, quasi
una sorta di fallimento per chi non fosse stato in grado di suonare discretamente a buon livello
professionale il trombone. Invece non è così.
Ho iniziato ad avvicinarmi all’Euphonium, prima facendo parte della fanfara dei bersaglieri,
durante il mio servizio di leva e poi saltuariamente in varie compagini bandistiche ed orchestre di
fiati, nei paesi vicini al mio Comune di residenza e non solo.
Iniziando gli studi presso il Conservatorio dell’Aquila, uno tra i pochi Istituti musicali in Italia
dove è presente il corso di laurea di II Livello in Euphonium, ho fatto e continuo a fare tante
scoperte sulle origini e sul repertorio di questo strumento, alcune delle quali ho volute inserirle
nella stesura del mio libro.
Anche la scelta dell’insegnante è stata da parte mia molto ponderata, scegliendo il M° Matteo
Caramaschi, docente di Euphonium presso codesto Conservatorio, ho scelto, a parer mio,
l’insegnante più adeguato e rappresentativo di questo strumento nel panorama musicale italiano
e non solo.
Fin dall’inizio degli studi ho notato e verificato che questo strumento non è solo lo strumento
che suona nei complessi di fiati la parte del contrappunto melodico, ma ha, altresì, una sua
specificità non solo nell’approccio tecnico, quali la respirazione, l’impostazione, l’articolazione, la
diteggiatura, ecc.., ma, soprattutto, un suo repertorio solistico come tutti gli altri strumenti a fiato
ad ottone. Negli ultimi vent’anni, il suo repertorio solistico, infatti, si è sviluppato notevolmente e le
registrazioni ed i recital dei maggiori strumentisti nel panorama mondiale ne sono la testimonianza.
I primi solisti di Euphonium agli inizi del novecento e anche precedentemente, furono italiani
di origine meridionale, siciliani e pugliesi che, costretti ad emigrare negli Stati Uniti, portarono
con loro la nostra maestria e musicalità. Dopo tanti anni, dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra, questa
maestranza è ritornata in Italia arricchita dall’esperienza e dall’insegnamento di molti artisti, tra
cui Arnold Jacobs e Steven Mead, per citarne alcuni tra i più rappresentativi.
Sapere che i primi euphonisti, Mantia e poi Falcone, furono di origini italiane e nello specifico
meridionali, da calabrese mi riempie di orgoglio.
Questi, portarono la loro italianità in giro per il mondo anche attraverso due brani solistici scritti
da altrettanti due italiani, Boccalari e Ponchielli, che già nei primi anni del novecento credettero nelle
potenzialità tecnico-espressive di questo strumento. Infatti, la “Fantasia di Concerto” di Boccalari
ed il “Concerto per Flicorno Basso e accompagnamento di Banda” di Ponchielli rappresentano
materiale di studio, anche se spesso vengono anche inseriti, sia nei programmi da concorso che
nei programmi di sala, come brani solistici.
Nei Paesi del Nord – Europa, l’insegnamento degli strumenti ad ottone è prevalente a partire
dalle scuole e fino all’Università, e lo strumento Euphonium fa da padrone. I complessi musicali
dove viene utilizzato sono molteplici: wind band, symphonic band, orchestre di fiati, bande
militari, gruppi di musica da camera ecc…
In Italia, anche se le cose stanno cambiando, non è la stessa cosa.
A mio modesto parere, la diffusione di questo strumento ha avuto un arresto per quasi
cinquant’anni perché le istituzioni non hanno mostrato un interesse adeguato. Basti pensare
che fino a circa quindici anni fa nei Conservatori di Musica, con il percorso attinente al vecchio
ordinamento, i corsi di Tromba – Trombone e Basso Tuba erano tutti inseriti nella stessa classe
di concorso F360, CODI/17 di Tromba e Trombone e insegnati per una sorta di casualità o
fortuna per i discenti, da docenti trombettisti, trombonisti o tubisti. Io con il Diploma di vecchio
ordinamento ho avuto, o subìto, la stessa casualità.
Nel corso degli anni, con il nuovo ordinamento le classi si sono separate ed i discenti ora hanno
un insegnante specifico che suona e impartisce lezioni nella sua materia.
Studiare Euphonium negli anni passati, a mio parere, non poteva essere conveniente, almeno in
Italia, perché non essendo una materia d’insegnamento presente in organico negli Istituti musicali
riconosciuti, ci si approcciava allo studio di questo strumento solo per entrare a far parte nei gruppi
bandistici amatoriali. Inoltre, le orchestre classiche professionali non hanno mai bandito concorsi
per Euphonium perché il suo impiego in queste compagini è molto limitato e i concorsi nelle
Bande Militari, fino a poco tempo fa, potevano essere sostenuti sia da Trombonisti che Tubisti,
magari diplomati con un insegnante trombettista.
Tutto ciò, a mio parere, è stato un grosso freno per l’evoluzione di questo strumento.
Attualmente la situazione è molto cambiata e anche in Italia l’Euphonium, grazie ad alcuni
Maestri pionieri, ha avuto un riconoscimento istituzionale con un conseguente sviluppo sia a
livello didattico che musicale.

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